Lottare a terra non è come combattere in piedi e su strada durante un aggressione è meglio stare in piedi. Ma può capitare per circostanze impreviste di finirci. Ecco allora che serve sapere come provare a venirne fuori e nei nostri corsi di Krav Maga  imparerete, con metodi semplici ed efficaci, e difendervi con buone probabilità di successo. Ma proprio perché è imprevisto, bisogna che abbiate ben chiaro, che la strada non è il ring! Finire a terra è un rischio perché in realtà il più delle volte quando si butta a terra il nostro aggressore, si cade insieme, e la strada è il cemento insieme a qualsiasi altro oggetto con il quale procurarci delle ferite a nostra volta. Bisogna considerare poi, come i fatti di cronaca ci raccontano, che gli aggressori posso essere anche più di uno e gestirli risulterebbe ancor più complicato e difficile. Finire a terra dunque, comporta un alto rischio che vi farete male anche voi. Senza contare poi che lottare a terra è molto faticoso e se non si è allenati a farlo, a prescindere dal lato tecnico, non si è in grado di resistere a lungo.

Ancora una violenza ai danni di una donna a Milano. Si tratta dell’ottavo caso di denuncia per violenza sessuale a Milano e dintorni in pochi giorni.

Ogni volta che una donna rimane vittima di qualsiasi tipo di violenza è una sconfitta per la società tutta . Il fenomeno della violenza sulle persone,  e purtroppo soprattutto nei confronti delle donne non smette mai di essere attuale. Come Associazione sportiva, che promuove la pratica del Krav Maga,  riteniamo  che la prevenzione deve partire innanzitutto da una coscienza civica collettiva. Spesso infatti è il sopruso psicologico a fare da spartiacque a quello che poi si trasforma in vera e propria violenza fisica. Ma quando ciò non è sufficiente, quando le parole non bastano a inibire un aggressore, il metodo di combattimento utilizzato dal Krav Maga , non vi da la certezza di restare illesi, ma vi offre una possibilità di potervi difendere.  Basato su tecniche difensive e offensive utilizzabili da chiunque, indipendentemente dal genere o dalla forza fisica del praticante, rafforzando l’aspetto psicologico,  fondamentale per poter affrontare un’aggressione aiutandoci ad utilizzare al meglio le proprie forze, gestire la paura e provare a vincere debolezze che ognuno di noi ha, in base alle singole sensibilità, trasformandole in opportunità.

Lo staff della CMG Close Combat

Il Krav Maga come metodo di difesa personale

Ancora uno stupro ai danni di una donna a Milano. Si tratta dell’ottavo caso di denuncia per violenza sessuale a Milano e dintorni in pochi giorni

Ogni volta che una donna rimane vittima di qualsiasi tipo di violenza _è una sconfitta per la società tutta_ . Il fenomeno della violenza sulle persone,  e purtroppo soprattutto nei confronti delle donne non smette mai di essere attuale. Come Associazione sportiva, che promuove la pratica del Krav Maga, riteniamo che la prevenzione deve partire innanzitutto da una coscienza civica collettiva. Spesso infatti è il sopruso psicologico a fare da spartiacque a quello che poi si trasforma in vera e propria violenza fisica. Ma quando ciò non è sufficiente, quando le parole non bastano a inibire un aggressore, il metodo di combattimento utilizzato dal Krav Maga , non vi da la certezza di restare illesi, ma vi offre una possibilità di potervi difendere.  Basato su tecniche difensive e offensive utilizzabili da chiunque, indipendentemente dal genere o dalla forza fisica del praticante, rafforzando l’aspetto psicologico,  fondamentale per poter affrontare un’aggressione aiutandoci ad utilizzare al meglio le proprie forze, gestire la paura e provare a vincere debolezze che ognuno di noi ha, in base alle singole sensibilità, trasformandole in opportunità.

Lo staff

Se è vero che il Krav Maga non è un’arte marziale, ma un metodo di combattimento, allora nell’apprenderlo non si può pensare di ritualizzare i movimenti, tali da renderli meccanici. Poiché questo potrebbe avere risultato in un ambiente protetto quale la palestra, ma diverrebbe irrealistico e difficilmente applicabile in una aggressione da strada proprio per l’assenza di quel contatto e reattività  che accade nel nostro cervello quando lo stress, dovuto alla percezione di un pericolo, si eleva e raggiunge soglie critiche. Nei nostri allenamenti l’obiettivo è studiare un metodo di reazione per poi applicarlo nell’immediato, sotto stress, con allenamenti mirati per cercare di rendere istintiva la reazione. Anche questo percorso mentale lo si raggiunge con il graduale approccio al contatto e con metodologia crescente applicata ai metodi di combattimento, ponendo particolare attenzione a quello che è l’aspetto psicologico dell’aggressione, fino a cercare di riprodurne e provare a controllare, in un ambiente “sicuro”, quello stress, quell’affaticamento che si concretizza in strada, durante un’aggressione.

Questo perché un individuo allenato a confrontarsi con eventi stressanti sarà maggiormente resistente a mantenere in stato di equilibrio la propria psiche, nonostante il variare delle condizioni esterne, rispetto a chi fa una vita sedentaria, priva di fattori esterni che influiscono su di esso. Altro fattore strettamente correlato allo stress, e ciò che questo genera: lo stato d’ansia. Riuscire a gestirla è la differenza tra ansia che si trasforma in coraggio, e ansia che sfocia in panico.  Ecco allora che il metodo Krav Maga aiuta la crescita dei riflessi naturali del corpo. Provarli e ripeterli, con assidua pratica e in ogni condizione, aiuta la nostra mente, seppur sotto stress, a perfezionarli e ad assimilarli per poter reagire efficacemente ad un pericolo. Lo scopo è appunto avere sempre più consapevolezza delle proprie possibilità, e con esse una buona padronanza dei processi mentali e psicologici che si generano durante una situazione di forte stress, quale l’aggressione. Questo aspetto riveste un ruolo preminente nel Krav Maga, così come lo defìnì anche il suo fondatore già nel 1948, Imre Emerich Lichtenfeld, “IMI”, quando iniziò ad addestrare militari e civili con il Sistema di Difesa Krav Maga asserendo che “lo stress fuori controllo, può influenzare il nostro stato emotivo e la capacità di risposta”…

Lo staff

In generale, per chiunque pratichi attività fisica, è importante dedicare dei periodi di preparazione per il miglioramento e consolidamento della potenza, della forza e della resistenza muscolare. Associato ai metodi di combattimento del Krav Maga, una buona resistenza muscolare ci permette, oltre che a prevenire eventuali infortuni che potrebbero incorrere durante gli allenamenti, di iniziare a gestire al meglio le reazioni della nostra mente sotto stress. È dunque molto importante iniziare con carichi di stress e affaticamento leggeri per poi progredire sempre più, fino a cercare di riprodurre quanto più possibile lo stato d’ansia che si crea nel nostro corpo e nella nostra mente durante un’aggressione. E’ in quest’ottica che l’allenamento in generale deve seguire una logica, e sarà importante legarla a quelle che sono le esigenze dell’atleta che dovrà affrontare un aggressione e non una gara di sollevamento pesi! È bene quindi precisare che nel metodo Krav Maga non esiste una filosofia marziale alla base ma ha, quale unico scopo, quello di portare l’allievo a sapersi controllare e gestire, per poter fronteggiare un aggressore. Questa è la finalità dei nostri corsi, venite a provare.

Il significato di questo colpo, si materializza con l’obiettivo di centrare frontalmente l’avversario in linea retta. Ancor più che negli altri metodi di combattimento ed arti marziali, essendo il Krav Maga per definizione, combattimento a contattoil diretto viene portato a corta distanza acquisendo la sua potenza attraverso il corpo: la forza di questo colpo nasce dal piede, si sviluppa attraverso il bacino e la torsione del busto, ed esce dal braccio. 

Le dita si racchiudono verso il palmo della mano ed il pollice chiude in protezione. Non avendo le fasce ed i guantoni a proteggerci la mano, non bisogna mai dimenticare infatti che stiamo parlando di una ipotetica aggressione in contesto da strada, si colpisce sempre tendendo il pugno

 

in linea verticale, utilizzando le prime due nocche,  questo perché, l’impatto con un corpo rigido a mani nude, quale ad esempio il volto, potrebbe procurare la frattura delle ultime due dita della mano, le più fragili. Come sempre ulteriori curiosità potrete approfondirle iscrivendovi ad uno dei nostri corsi.   Continua a leggere

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